Il Parco

La Grande 
Madre

Per soppiantare le erbe cattive che soffocavano gli alberi da frutta appena messi a dimora, nell’estate del 2008 si gettarono le basi di una grande scultura coricata, accogliente, che era destinata a diventare emblema e simbolo della Villa. Fu costruita con armature metalliche, mattoni e cemento, distesa e serpeggiante tra gli alberi e rivestita con piastrelle frantumate provenienti dalle grandi fabbriche del modenese.
Finita nel 2009 e battezzata “La Grande Madre”, è accogliente come una culla, e nasconde un segreto: il Bambino Nero, una scultura di Carlo Maglitto. L’esterno della pancia che racchiude il bambino, è istoriato in bianco e nero dall’artista Claudia Lauro e racconta la storia della Grande Madre e del Dio bambino Kirikù che recupera dalla vanità umana e dall’ignoranza l’Amore, la Volontà e la Magia. Sul ginocchio destro la Madre regge otto Nanocubi: l’Uomo Nero, Gloomy, Silky, Sundy, Twinny, Vidor, Brummy e Culetto. La dedica al centro dei Nanocubi simboleggia tutti i bambini, che anche una volta cresciuti rimarranno tali in eterno, agli occhi della loro mamma: La Grande Madre.

una favola 
africana

La Grande Madre è ispirata a una favola africana secondo la quale doveva avere tre teste: la prima, dedicata alla conoscenza, era concepita come un rifugio attraversabile, con l’entrata dalla nuca e l’uscita dalla bocca, un nascondiglio dove abbandonarsi nei riflessi di luce che specchi e scacchiere creano al suo interno. La seconda, come se fosse il volto di Giano, è costituita da due serpenti,: uno giallo, solare, che simboleggia il sesso e uno verde che è la furbizia e l’astuzia unita all’intelligenza. I due serpenti sono avvinghiati quasi a divorarsi l’uno con l’altro. La terza testa, che avrebbe la forma di un Gorilla, rappresenta la forza fisica e l’esperienza.
"Visitare Villa Biener rappresenta un'esperienza sublime, 
in cui l'arte avvolge proprio come farebbe una grande madre."

un Fondale
scenografico

Il giardino della Grande Madre offre un fondale scenografico che cambia con l’alternarsi delle stagioni. La fioritura dei due grandi albicocchi presenti, crea un’incantevole atmosfera primaverile, mentre il verde estivo si prolunga in autunno con accesi colori variopinti.
Il bianco-nero della scultura risalta a pieno il contrasto in tutte le stagioni dell’anno.
"Le statue richiamano le parti del corpo di una donna, come la testa, le mani, il seno, i piedi, il tutto realizzato con la tecnica del mosaico e creato in modo da richiamare l’accoglienza calda e avvolgente di una madre."

Il Sentiero
delle Mura

Per soppiantare le erbe cattive che soffocavano gli alberi da frutta appena messi a dimora, nell’estate del 2008 si gettarono le basi di una grande scultura coricata, accogliente, che era destinata a diventare emblema e simbolo della Villa. Fu costruita con armature metalliche, mattoni e cemento, distesa e serpeggiante tra gli alberi e rivestita con piastrelle frantumate provenienti dalle grandi fabbriche del modenese.
Finita nel 2009 e battezzata “La Grande Madre”, è accogliente come una culla, e nasconde un segreto: il Bambino Nero, una scultura di Carlo Maglitto. L’esterno della pancia che racchiude il bambino, è istoriato in bianco e nero dall’artista Claudia Lauro e racconta la storia della Grande Madre e del Dio bambino Kirikù che recupera dalla vanità umana e dall’ignoranza l’Amore, la Volontà e la Magia. Sul ginocchio destro la Madre regge otto Nanocubi: l’Uomo Nero, Gloomy, Silky, Sundy, Twinny, Vidor, Brummy e Culetto. La dedica al centro dei Nanocubi simboleggia tutti i bambini, che anche una volta cresciuti rimarranno tali in eterno, agli occhi della loro mamma: La Grande Madre.

un racconto 
che continua...

Subito dopo la “Madre” furono costruite due sinuose panche lungo il sentiero che percorre il perimetro della villa. La Pancablu accompagna lo sguardo verso il mare e l’orizzonte. Sulla seduta si intersecano figure animali: serpenti e uccelli dalle piume dorate che si mordono, si dividono e si rifondono.
La Pancaverde è vicina a un pendio ricoperto dalla macchia mediterranea faticosamente coltivata sotto enormi e bellissimi pini marittimi che sfiorano quasi il tetto della villa. Qui l’ombra è perenne. Era necessario ravvivare l’ambiente con vivaci fiori e foglie disegnati con i mosaici.
Villa Biener è un cantiere infinito. “Il Sentiero delle mura” lungo le pareti della Galleria è un camminamento ricoperto di mosaico, lungo circa ottanta metri, diviso in quattro settori: la Città, il Mare, lo Zoo (Animal House) e i Volti. La grande parete ovest della villa ospita le ceramiche di Judit – quattro grandi figure vestite di una novantina di bassorilievi che narrano la storia della famiglia.
“In questo paese delle meraviglie cosmopolita esiste anche un muro speciale in cui Judith ha voluto scrivere la storia della sua famiglia, con lettere, disegni e bassorilievi.”

Il Muro
Delle Lettere

Sulla parete sud, affacciata al mare, svetta una grande ceramica mosaicata, ispirata alle lettere di Alighiero Boetti. Riporta le parole simpaticamente storpiate, come pronunciate per la prima volta nella vita, da alcuni membri della famiglia.
Ogni sentiero di questa villa ha un suo significato, così come ogni angolo, ogni pietra e ogni ombra di scultura.

Tenetevi aggiornati!

Iscriviti alla Newsletter di Villa Biener per scoprire eventi speciali e articoli dal mondo dell'arte.
© Copyright 2019 - Villa Biener- All Rights Reserved
envelopephone-handsetmap-marker linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram